ORIGINI

Le Catacombe dei Cappuccini di Palermo sorsero come luogo di sepoltura dei monaci del convento ed il loro attuale sviluppo è, per certi versi, frutto del caso.

I Frati Cappuccini si stabilirono a Palermo, presso la chiesa di Santa Maria della Pace, nel 1534. Avevano creato un cimitero in cui seppellire i propri confratelli scavando una fossa comune che si apriva, come una cisterna, sotto l’altare di Sant’Anna.
In questa fossa/cisterna calavano dall’alto i defunti avvolti in un lenzuolo.

Ben presto, però, la fossa/cisterna divenne insufficiente e nel 1597 i Frati decisero di dotarsi di un cimitero più grande. Iniziarono quindi lo scavo delle Catacombe (così era definito “qualsiasi cimitero sotterraneo” già in una Disposizione Papale del 380 d.C.) dietro l’altare maggiore, si dice, utilizzando l’esistenza di antiche grotte. Dopo due anni il nuovo cimitero era pronto.


Quando i Frati traslarono le reliquie dei loro confratelli seppelliti nella prima fossa, per portarli nella nuova sepoltura, a sorpresa si accorsero che quarantacinque corpi erano rimasti praticamente intatti, mummificati naturalmente.



Il fatto venne interpretato come un segno della benevolenza celeste, ed i Frati decisero di non seppellire più questi corpi ma di esporli in piedi dentro delle nicchie poste tutte attorno alle pareti del primo corridoio delle Catacombe.

La salma che per prima venne ospitata nel nuovo cimitero sotterraneo fu quella di Fra Silvestro da Gubbio, ancora oggi esposto con un cartello che ne ricorda l’avvenimento (16 Ottobre 1599).